Mi chiamo Beatrice Irene Gemma o DoulaBea e sono qui a raccontare come dal 1981, anno della mia nascita, la mia storia abbia parlato di maternità, di solitudini, ma anche di grandi meraviglie e capacità di rinascere. Nella mia vita, così come nella mia formazione,  si intrecciano tanti fili, proprio come i tessuti a mano molto colorati che parlano delle mie radici andine.

Nel lavoro accanto alle donne, spesso già dalla fase delle gravidanza, mi trovo a riannodare strappi legati appunto alle proprie famiglie, alle proprie radici, che condizionano i parti, ma anche il tipo di madri che possiamo o vogliamo essere.

In un cammino personalizzato di conoscenza, in presenza o online, si esplora insieme la grande avventura della genitorialità, la stessa che nel 2015 e nel 2017 mi ha resa madre di Letizia e poi di Matteo: eventi che hanno anche regalato consapevolezza di quanto sia fondamentale sostenere la coppia, quando possibile, per creare un gioco di squadra unico. Calore, empatia, creatività sono i colori di questa coperta, di questa “manta”, con cui cerco di avvolgere e sostenere le famiglie, le coppie che incontro, a volte anche con bellissimi cerchi di donne.

Lo posso fare anche parlando lingue straniere come lo spagnolo, il francese, l’inglese e il portoghese.  Sono capace di farlo anche in contesti multiculturali oltre che multilinguistici.

Nel tempo, un focus importante del mio lavoro è stato, anche per motivi personali, tutto ciò che concerne il lutto perinatale: affrontarlo con delicatezza e rispetto, con tanta preparazione ma conciliando mente e cuore è una sfida a cui tengo molto, e su continuo a formarmi con impegno.

Infinitamente grata per la fiducia che ricevo, spero che il lavoro della doula aiuti ogni donna a vedere – ed ad amare – la migliore versione di se stessa, con consapevolezza ed autenticità. Io almeno ci provo.