Ogni anno l’European Doula Network, Associazione Europea che accoglie in se altre Associazioni, istituzioni o singoli soci di tutta Europa, organizza un meeting in una città europea diversa, con lo scopo di dare la possibilità a sempre più doule di parteciparvi.
All’ultima edizione, tenutasi lo scorso Settembre a Vienna, hanno partecipato, come rappresentanti di Mondo Doula le nostre Laura Rizzati, Jo Taylor e Valentina Vecchiato. L’esperienza dell’EDN a Vienna è stata per loro non solo occasione di ampliare la rete ed entrare in contatto con culture doulesche molto diverse da quella italiana, ma anche di riflettere sulla cultura della doula in Italia e le sue peculiarità.
Le proposte offerte dal DiA – Doulas in Austria, Associazione ospitante, sono state numerose e ben articolate nelle due giornate di meeting (dal venerdì pomeriggio alla domenica mattina), prevedendo sia momenti di conferenze frontali (molto interessante il contributo di Paul Golden, ostetrico e attivista per il riconoscimento dei diritti delle donne nel parto, che ci ha fatte riflettere su come adottare stili comunicativi non violenti all’interno delle istituzioni sanitarie), sia talking circles con tematiche specifiche (la buona nascita, i diritti umani nel parto, come gestire il proprio backup nel lavoro di doula, tanto per citarne alcuni). Ci sono stati poi momenti esperienziali, con workshop di Placenta Art, Yoni Casting, tre Tende Rosse su temi diversi… A ciascun partecipante è stato permesso di sceglierne solamente uno, privilegiando così la parte di scambio dei talking circles, evitando di trasformare l’evento in una formazione, ma sottolineando come lo scopo principale fosse confrontarsi e fare rete.
Una cura particolare é stata dedicata ai piccoli rituali (quello di apertura e chiusura, ma anche momenti di canto in cerchio), che hanno permesso a chi partecipava di avvicinarsi, creando un’atmosfera di condivisione. In pieno stile doulesco, anche tutti i momenti di convivialità (pasti e pause) sono diventati occasioni di scambio e confronto.
Particolarmente importante è stato il momento del sabato mattina, in cui le Doule si sono divise per paese di provenienza e insieme hanno presentato la realtà del lavoro della doula nel proprio stato, raccontandone le modalità sia individuali che associative.
Al di là del naturale entusiasmo di cui ci siamo nutrite durante l’evento, nella condivisione e nel confronto con tante doule, alcune profondamente diverse da noi, ci sono una serie di cose che in modo particolare ci sentiamo di riportare come considerazioni importanti.
La prima riguarda la formazione, che è davvero varia da paese a paese: numerosi sono quelli che hanno adottato un percorso molto simile a quello di Mondo Doula, concentrato nei weekend e per una durata di 6/12 mesi. Il tirocinio per l’accreditamento è, come da noi, autogestito, anche se nella maggior parte dei paesi è previsto un numero prestabilito di accompagnamenti durante il parto, non durante la gravidanza o il post parto. Alcune formazioni sono molto più brevi, si concentrano in pochi giorni intensivi, su modello della formazione americana del DONA, che spesso è anche l’ente a cui ci si rivolge per organizzarla.
Non conosciamo le particolarità dei singoli paesi per quanto riguarda il riconoscimento delle professioni, quindi non sappiamo se è prevista la possibilità di essere Associazione Professionale riconosciuta seguendo un percorso come quello intrapreso da Mondo Doula, ma non abbiamo ascoltato nessuna testimonianza che ci siano Associazioni che si stanno muovendo in tal senso. Va comunque sottolineato che ci sono paesi come la Gran Bretagna, il Belgio, l’Olanda e i Paesi Scandinavi, per citarne alcuni, in cui, sulla base di scambi che abbiamo avuto con altre doule, sembra che la figura della doula goda di un riconoscimento professionale e di una visibilità di gran lunga superiore a quella italiana. Basti pensare che le assicurazioni sanitarie private, sui cui si basa il sistema sanitario belga, riconoscono l’accompagnamento della doula tra le voci per cui è previsto il rimborso.
In generale, ci sembra che la posizione che la maggior parte dei paesi sta assumendo sia comunque quella di avere un’Associazione principale a cui le Doule fanno riferimento, con cui sottoscrivono il codice etico e che in qualche modo si rende garante della qualità del loro lavoro.
Sono invece numerosi i paesi in cui il percorso per avere un riconoscimento professionale è ancora lungo, come la Spagna, la Slovenia, la Croazia, la Grecia – oltre a quelli, come l’Ungheria, in cui il riconoscimento va di pari passo con una battaglia quotidiana per i diritti delle donne. Conoscere alcune delle protagoniste di queste mobilitazioni è stato toccante.
In tutti i paesi, come emerso dai confronti, esiste la realtà delle wild doulas, cioè le “doule selvagge” che non hanno seguito nessuna formazione o non sono associate a nessun ente o Associazione eppure lavorano. Personalmente ci è piaciuta molto come definizione, perché in qualche modo toglie la parte giudicante. Ci si è interrogate a lungo su come differenziarsi soprattutto quando non si condividono le scelte etiche di base.
Per noi italiane, in questo senso, è stato molto bello il confronto con Clara Scropetta, presente insieme a noi a Vienna come rappresentante italiana. Per sua stessa definizione, lei è decisamente una wild doula, peraltro con una grande visibilità, eppure il nostro scambio è stato molto arricchente e lei si è detta consapevole della sua parte di responsabilità che ha avuto e ancora ha rispetto a quell’ostilità di molte ostetriche nei confronti delle doule, che caratterizza la situazione italiana. Certo è che le sue scelte etiche rimangono lontane da quelle di Mondo Doula, eppure è anche bello sapere che c’è una doula così per quelle donne che scelgono percorsi diversi.
Ci siamo lasciate dicendoci che sarebbe molto bello poter ospitare un incontro dell’EDN in Italia, ma che ancora prima di poter fare questo sarebbe davvero arricchente poter pensare ad un meeting tutto italiano, che ci permetta di conoscerci meglio fra di noi con il tentativo di mappare la situazione delle doule in Italia.
L’ultima considerazione che riportiamo è forse la più importante: tutte le doule che abbiamo incontrato sono essenzialmente doule di parto. E qui la nostra reazione iniziale, dobbiamo ammetterlo, è stata un po’ di invidia. Diciamocelo, tutte noi sogniamo dalla fine della Scuola di essere presenti durante un parto, ma in poche hanno questa possibilità! Abbiamo poi approfondito in cosa consiste l’accompagnamento di una doula: in media si prevedono 1 o 2 incontri prima del parto, la presenza durante travaglio e parto, 1 o 2 incontri dopo la nascita. Quando abbiamo raccontato che di solito iniziamo a frequentare la coppia quando lo chiede, talvolta dalle primissime settimane, arrivando a fare in media 6-8 incontri prima del parto, tutte le nostre colleghe si sono meravigliate. Ci siamo confrontate a lungo con loro sulla differenza della relazione di fiducia che si può costruire in 8 incontri rispetto a uno solo. In generale, abbiamo percepito una grande meraviglia da parte loro e lo abbiamo percepito come un grande punto di forza della realtà italiana, che ci piacerebbe trasmettere alle socie come spunto di riflessione.
Certo, il parto è un momento speciale. È l’apice di un percorso… E spesso rimanerne fuori lascia un senso di frustrazione, come se ci mancasse la parte più bella. Ma se riflettiamo sul valore di un accompagnamento costante, sulla creazione di una relazione di intimità e fiducia – oltre che sul fatto che lavoriamo proprio perché la nascita sia della coppia, che siano loro i protagonisti – ci sentiamo di concludere che non abbiamo nulla da invidiare alle nostre colleghe straniere.
Essere presenti insieme alla coppia, essere accolte nelle strutture sanitarie come una figura di sostegno importante, poter mantenere quel legame e quel ruolo fino alla fine, sarebbe il coronamento di questo percorso. E su questo, sicuramente, abbiamo tanta strada da fare. Eppure, al nostro rientro in Italia, ci siamo dette che non cambieremmo il nostro modo di lavorare nemmeno per mille parti!!!
Ci ha molto colpite anche il fatto che il lavoro in post parto non sia stato quasi nominato. Abbiamo avuto quasi la sensazione che venisse considerato qualcosa da “doule di serie B”, o da colf. Una collega ci ha detto che non ha intenzione di andare a pulire la casa delle sue clienti, che le basta farlo a casa sua! È probabile, rispetto al dopo parto, che lo spazio dato nelle formazioni all’estero sia molto diverso da quello che da il percorso di Mondo Doula. Ci è stato detto che si parla di post parto, ma se la percezione è quella di una parte meno importante del ruolo della doula è evidente che passa un messaggio molto diverso da quello di Mondo Doula.
In solo un caso abbiamo trovato una proposta rivolta al dopo, da parte di una doula austriaca che ha organizzato un servizio di cucina e consegna a domicilio di pasti pronti per le famiglie dopo la nascita. Se pensiamo a quante delle nostre clienti, anche dopo mesi, ricordano il pasto caldo o il bucato piegato chiacchierando come uno dei momenti più belli del loro puerperio, non possiamo che sentirci fiere di avere questo tipo di visione, questo tipo di cultura di ciò che vogliamo che la doula rappresenti nella vita di una famiglia.
Consigliamo infine di partecipare al prossimo meeting, che si terrà a Praga.
Qui tutte le informazioni:
https://ednprague.weebly.com