La maternità che mi ha cambiato

Pochi giorni fa cenavo con due persone per me molto importanti, due maestri, che mi hanno conosciuta incinta del mio primo cucciolo e mi hanno detto: “Caspita, quanto sei cresciuta da allora!?”.

Cresciuta? Io in piena rielaborazione del mio secondo parto, perchè, avete mica notato che i vostri cuccioli compiono circa un anno e mezzo e voi tornate prepotentemente a quando sono nati? Succede qualcosa, che vi riporta lì..

Ecco, io in piena rielaborazione del mio secondo, stupendo, parto… “Mi sento solo più bianca e strapazzata di un cencio…”, ho risposto!

E lì, quando accadono queste cose, piccole parole seminate, cerco il filo rosso che unisce tutte le Donne, penso alle mamme che ho incontrato e noto cose potenti..

Oggi, una delle sagge ostetriche con cui collaboro mi ha detto: “La maternità mette in ginocchio”. È vero, accade proprio questo!

L´amore ci fa chinare così tanto il capo e ci chiede cotanta abnegazione, ci impone di lasciare le vesti da Donna, da Amante, per passare ad indossare quelle di Madre!

Il segreto è spesso, permettere che questo accada, permettere questa trasformazione, in un mondo sempre di corsa, e lasciare che accada, forse, la rende a noi meno dolorosa..

E crea una Donna nuova, una Donna capace di dare, di dare ai propri bambini!

Credo che il “darei la Vita per loro” derivi proprio da quello, dall´aver provato quel tipo d´annichilimento..

L´annichilimento, l´essere senza difese, il divenire piccole piccole, il sentire anche di “stare per morire” lo possiamo davvero provare davanti ai nostri bimbi?

Ebbene, per me si, a periodi, anche quotidianamente..

E a questo pensiero mi sono vista, come ho visto amiche, e mamme che ho accompagnato..

Lo troviamo in una gravidanza “difficile”, per esempio, che ci blocca inchiodate nel letto per mesi,

lo troviamo in bimbi malati o che decidono di non rimanere,

lo scopriamo in un parto che non volevamo,

addirittura nel subire quelle che si definiscono “violenze ostetriche”,

o in un allattamento partito male ed additato…

In nottate insonni, senza forze con una sveglia puntata alle 6.30 per andare al lavoro,

nella solitudine,

nel non sentirsi comprese o credute,

nel senso di soffocamento e la voglia di voler scappare o di non voler continuare,

nella giornata di novembre, che non passa mai, nell´attesa che rientri “papà”,

in ansie incontrollabili,

in forze che mancano e non si sa dove trovarle,

in pensieri indicibili,

in depressioni post parto,

in cuccioli, più o meno grandi, capaci di chiedere “quella cosa” o di toccare “quel nervo”..

E poi, e poi..

La maggior parte delle Mamme ce la fa, ne viene fuori, esce da quella porta, con quel cucciolo in braccio o per mano..

Il tempo è spesso piccolissimo o smisurato, o ancora non misurabile..

Ma se ne esce!

Un po´ una Persefone che risale dall´Ade e torna rinnovata, rinnovata come la Primavera ma anche molto più potente e capace.

Le Mamme, le Donne son così..

Come le rende la maternità?

Più forti? Direi più potenti, più in grado di “sentire”, di “capire”, di sentirsi “connesse” alle altre Mamme..

Più in grado di provare compassione, non intesa come pietà, come disprezzo ma intesa come la sua stessa etimologia la richiama: le Mamme diventano in grado di “prendere parte della sofferenza altrui”..

Credo il nocciolo sia proprio qui: una Mamma che nel suo tragitto riesce ad affrontare le sue ombre, riesce poi ad accettare quelle altrui e, con le altre Donne (cum) insieme (patir) soffrire, ma anche gioire e sentirsi parte di un Tutto..

Siamo parte di un Tutto, parlate delle vostre sofferenze, poi risolverle sta a voi ma essere insieme, rende già, un pochino, più forti!


Cora Erba
Pedagogista e Doula